"Non è vero che abbiamo poco tempo, abbiamo troppo tempo che non riusciamo ad utilizzare" (Seneca)
Fin'ora abbiamo parlato di teoria e di ricette ed è di solito a questo punto che subentrano i primi dubbi e le prime critiche. La prima obiezione che il nostro cervello ci suggerisce è proprio quella del titolo del post.
Tantissime mamme lavorano a tempo pieno, devono seguire una casa ed altri figli e non tutte possono contare sull'aiuto altrui. Come si concilia questo quadro di mamma super indaffarata con l'alimentazione naturale? Esistono mangiari già pronti e confezionati pronti per essere mangiati dopo averli semplicemente riscaldati, hanno un sapore gradevole e portano via poco tempo.
Ma a che prezzo?
Lungi da noi voler criticare qualsiasi scelta venga fatta in campo alimentare e di educazione dei propri figli, ma se siete su questo blog è perché state cercando qualche alternativa al solito omogenizzato, al pappone insapore ed a quanto di aritificiale la società del consumismo ci induce a mangiare ogni giorno creandoci l'illusione di poter avere, in questo modo, più libertà (e magari anche il portafogli vuoto).
La frase "Non ho tempo" racchiude un atteggiamento verso l'alimentazione che vale la pena approfondire.
L'alimentazione, o meglio, il modo in cui ci alimentiamo è frutto di una scelta, come tante altre. Se decidiamo di occuparci dei pasti e di tutto ciò che ne è collegato (spesa, preparazione, cottura, lavaggio dei piatti) facciamo qualcosa di importante per chi amiamo ed anche, cosa non meno importante, per noi stessi.
Mangiare cose sane, buone e gustose preparate con amore aiuterà a prevenire vari tipi di disturbi alimentari, sia di tipo psicologico che fisico, che avrebbero bisogno di un dispendio di energie (e perché no, anche di soldi) ben maggiore.
Ricordiamoci che il cibo è energia, se mangiamo cibo in scatola ci ciberemo dell'energia della ditta che li produce, mentre se mangeremo prodotti il più possibile vicini alla loro natura, biologici, e cucinati con amore impregneremo di energia positiva quello che mangeremo. Per questo è necessario riflettere non solo su quello che mangiamo, ma con che spirito ci poniamo nei confronti del cibo. Ci domandiamo cosa stiamo ingerendo? Ci domandiamo dove compriamo gli ingredienti? Ci facciamo qualche domanda se quello che mangiamo fa bene o male al nostro corpo?
Se la risposta è sì stiamo facendo un ottimo investimento per la nostra salute e per la salute della nostra famiglia, anche se alle volte, presi dalla stanchezza e dal tran tran quotidiano alle volte ce lo dimentichiamo.
L'introduzione dei cibi solidi dei nostri bambini è un ottimo pretesto per iniziare a curare la nostra alimentazione e quindi il nostro stile di vita ed è un grande insegnamento che i nostri bambini ci danno l'opportunità di cogliere.
Condivido pienamente!
RispondiEliminaVivere lo svezzamento di un bambino come momento di riflessione sulla nostra alimentazione di adulti e non come un periodo da superare il prima possibile perchè ci crea problemi. Rifiutare l'omogeneizzazione del cibo diventa rifiuto per l'omogeneizzazione di tutto il resto: sapore, cultura, piacere, vita...
Infatti! Vivendo tutto in modo molto più naturale, ascoltando i nostri bambini invece che forzandoli con pappette uniformi, ma facendo condividere loro la nostra tavola, possibilmente fornita di cibi sani e gustosi, si lascia che questo momento sia un momento di condivisione e non di lotta.
RispondiEliminaCrediamo che questa sia la base per costruire un rapporto sano e sereno con il cibo e non solo.
E' una grande lezione che possiamo imparare dai nostri figli!